Il tempo del cuore. In queste poche sillabe Teresa Marino percorre tutta la sua poetica, tutta la sua poesia… ascolta e sa ascoltare. Osservare il reciso che esegue nel mettere al mondo i suoi versi, una trincea che crea nel suo vissuto, il donare versi nel riconoscersi creatura. La poetessa prova a dare echi ai suoi sentimenti per sentirne il ritorno fra le pareti del suo cuore. Sperimenta la parola da sviscerarla nelle sue forme, nei suoi sensi. Muta e ad alta voce si ribella al mondo attraverso la sua scrittura, indica varie strade da poter percorrere ma lei ci detta la sua essenza, la sua testimonianza poetica, il riempire e vivere le ferite di ogni giorno, di ogni istante. Da qui fa germogliare versi di sole e di luna, di terra e di cielo ma abbandonandosi al mare, questo luogo di eterno e volti. Sì davanti al mare come un incontro, un appuntamento del cuore, di confronto. Corpo e anima come profumo che sale dinanzi al viso, come salsedine che dà sapore a labbra e a versi. Farsi trovare, questo è il tempo giusto, quel darSi all’altro nel riconoscerSi nell’amore. Farsi trovare pronti o meno ma nella verità come unico punto fermo. Si fa trovare Teresa in ogni suo verso, semina in abbondanza senza misura, davanti al suo mare si fa accogliere. Un luogo importante non uno del bisogno ma della consapevolezza, della conoscenza ‘poetica’. Non si può nascondere, non può e non vuole, sa che il suo cuore è lì all’alba e al tramonto. Un luogo dove tutto porta all’amore come unico e vero nella poesia Lettera a mio figlio, un inno che va oltre la pura scrittura della poetessa. Ogni singola parola è un dono alla vita superando le menzogne del mondo. Un percorso da fare che Teresa ci dona in questa sua raccolta, davanti al mare, davanti alla nostra vita eterna.