martedì 14 ottobre 2025

Teresa Marino

 


Prefazione

 

Il tempo del cuore. In queste poche sillabe Teresa Marino percorre tutta la sua poetica, tutta la sua poesia… ascolta e sa ascoltare. Osservare il reciso che esegue nel mettere al mondo i suoi versi, una trincea che crea nel suo vissuto, il donare versi nel riconoscersi creatura. La poetessa prova a dare echi ai suoi sentimenti per sentirne il ritorno fra le pareti del suo cuore. Sperimenta la parola da sviscerarla nelle sue forme, nei suoi sensi. Muta e ad alta voce si ribella al mondo attraverso la sua scrittura, indica varie strade da poter percorrere ma lei ci detta la sua essenza, la sua testimonianza poetica, il riempire e vivere le ferite di ogni giorno, di ogni istante. Da qui fa germogliare versi di sole e di luna, di terra e di cielo ma abbandonandosi al mare, questo luogo di eterno e volti. Sì davanti al mare come un incontro, un appuntamento del cuore, di confronto. Corpo e anima come profumo che sale dinanzi al viso, come salsedine che dà sapore a labbra e a versi. Farsi trovare, questo è il tempo giusto, quel darSi all’altro nel riconoscerSi nell’amore. Farsi trovare pronti o meno ma nella verità come unico punto fermo. Si fa trovare Teresa in ogni suo verso, semina in abbondanza senza misura, davanti al suo mare si fa accogliere. Un luogo importante non uno del bisogno ma della consapevolezza, della conoscenza ‘poetica’. Non si può nascondere, non può e non vuole, sa che il suo cuore è lì all’alba e al tramonto. Un luogo dove tutto porta all’amore come unico e vero nella poesia Lettera a mio figlio, un inno che va oltre la pura scrittura della poetessa. Ogni singola parola è un dono alla vita superando le menzogne del mondo. Un percorso da fare che Teresa ci dona in questa sua raccolta, davanti al mare, davanti alla nostra vita eterna.


Anna Callipo


 Prefazione

 Ci sono vie che evitiamo di percorrere, strade che i nostri sensi velati da brutture respirano lentamente di mancata  bellezza. Ciechi e indifferenti finiamo fra cenni approssimati perdendoci nei passi. Impetuosi rubiamo tempo alle emozioni, scontante confessioni e imprudenti respiri senza volontà. Poi però c’è la poesia e l’arte, c’è quella danza di battiti forti e senza respiro che a stento riesci a prenderne il ritmo! E da qui che ci affacciamo a guardare la follia di un’alba e di un tramonto, di un mare impetuoso che sradica, strappa l’abbandono del nostro luogo sicuro dove passi giacciono beati! Poi però ti imbatti in una poetessa conosciuta per caso… e hai la conferma che la primavera esiste ancora fra vaniglia e bergamotto, con le sue distese di papaveri. Questo è successo incontrare la poetessa Anna Callipo, addentrarsi negli incontri dei versi, ascoltando i cori delle rane, sì è così la scrittura di Anna, all’unisono con la sua anima e la sua realtà. Sa ‘respirare’ le distanze tra le parole, sa ‘scrivere’ versi a voce bassa per accompagnare l’emozioni in approdi dove trovare il giorno e la notte, il silenzio e il tempo. Sa avvolgere il tacere del mare, quotidiano compagno e ispirazione tattile di segni di poesia. Anna non rimane cieca davanti il ‘parlato’ ma ne muta il percorso rendendolo fecondo. Sussurra e urla le sue ferite, non nasconde anzi la scrittura ne fa impronta visiva e decisa del suo cammino… e così nasce a piedi nudi, poesia che dice, poesia che respira, poesia che tocca, poesia che assapora, poesia… profumo eterno.

 

 

 


Teresa Marino